La storia della Parrocchia

La costruzione dell'edificio sacro, iniziata nel 1926, fu completata nel 1928, con la dedicazione a Sant'Antonio di Padova. Nel progettarlo ci si ispirò allo stile delle chiese francescane. La facciata in mattoni rossi, adornata di stucchi, della scuola dei Bocchetti, era indietreggiata rispetto alla sede tramviaria, che costeggiava il corso Secondigliano. L'ingresso era al termine del piazzale al quale si accedeva dopo alcuni scalini. Annesso alla cappella, in un corridoio, vi era la sagrestia. A partire dal fronte stradale, due locali contigui ma non comunicanti. L'interno era costituito da una navata centrale e una laterale a destra, divise da archi a volte. Il presbiterio era chiuso da un transetto in colonnine di marmo bianco. L'altare maggiore era tutto di marmo bianco, con la statua di S. Antonio in legno, commissionata in Belgio. Ai lati del transetto, su due mensole in marmo, le statue in legno di S. Giuseppe e dell'Immacolata. La navata laterale era costituita da quattro arcate, con due altari dedicati al Sacro Cuore di Gesù ed alla Madonna di Pompei. Il tetto era in trave di legno pitch- pine. La chiesa era dotata di due campane, donate da gentili benefattrici, nonchè di armonium. Sulla navata laterale c'era la Casa Canonica, costituita da due vani. Ad essa si accedeva da una scala posteriore, alla quale si giungeva dal viale a sinistra della chiesa. La chiesa era di proprietà privata e quindi non aperta al pubblico. Rientrava nella cura pastorale della Parrocchia madre di Secondigliano, retta da Monsignor D'Angelo. La Santa Messa veniva celebrata la domenica e i giorni festivi, ma la partecipazione era aperta a chiunque, anche in considerazione che tra le due guerre sul corso Secondigliano erano sorte altre costruzioni. Al termine del secondo conflitto mondiale gli eredi Carbonelli decisero di donare alla Curia di Napoli la loro cappella.

La nuova chiesa
 Alla fine degli anni '60, con la crescita urbanistica di Secondigliano, soprattutto sul corso Secondigliano ed in aree agricole interne, con la nascita di nuovi rioni popolari, come la Masseria Cardone, aumenterà notevolmente il numero dei filiani. I confini parrocchiali si delimitavano sul corso Secondigliano fino all'incrocio con via Aspromonte, da un lato e via del Sabotino, dall'altro, arrivando fino a piazza Madonna dell'Arco, a Miano, Le esigenze di avere una sede più grande, con spazi idonei, soprattutto per le attività oratoriali, indussero il parroco De Rosa ad ideare e progettare un nuovo edificio che tuttavia ricordasse quello precedente. La prima pietra fu posta nel luglio del 1960 dal cardinale Castaldo e la costruzione fu completata nel giugno 1967 e consacrata dal cardinale Ursi. Il nuovo edificio conserva, anche se ampliato notevolmente, la struttura delle due navate, una centrale ed una laterale. Il materiale usato fu il travertino, il tetto rifatto ma in cemento armato. Le travi furono utilizzate per gli infissi interni. Il presbiterio fu costruito secondo le nuove norme liturgiche, con un altare mensa a forma unica e l'ambone alla stessa guisa. Gli altari della navata centrale rimasero, ma in fondo alla stessa, fu integralmente sistemato l'altare maggiore della Cappella, dedicandolo alla Madonna di Lourdes. Successivamente modifiche, miglioramenti, restauri e abbellimenti sono stati realizzati per rendere più pregevole e decorosa la Casa del Signore.
Oggi la parrocchia conta oltre 6mila fedeli ed insiste su un territorio particolarmente disagiato, sul piano socioeconomico.

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